Vicende legali relative alla contraffazione del Voodoo / The Ex
Per 12 lunghi anni, dal 2006 al 2018, il designer Raffaele Iannello è stato costretto a impiegare gran parte del proprio tempo e del proprio denaro in accese controversie legali che, come in parte raccontato anche da diversi giornali tra cui il quotidiano Corriere della Sera ed il settimanale Gente, lo hanno quasi mandato sul lastrico. Paradossalmente, tutto ciò è derivato solo dallo stravolgente successo ricevuto dai prodotti frutto del suo ingegno (e dal fatto che persone disoneste abbiano cercato di approfittarsene).
Ecco i punti salienti delle varie vicende, in ordine cronologico:
2003-2006
Presentato dal designer come prototipo nel 2003, il set di coltelli Voodoo / The Ex è stato lanciato sul mercato nel 2005 dall’azienda italiana Edizioni Design Spa (proprietaria del marchio Viceversa) e dalla sua filiale di Hong Kong (Viceversa International Ltd).
Viceversa ha da subito ottenuto un grandissimo successo commerciale con questo prodotto disegnato da Raffaele Iannello, tanto da usarlo come immagine rappresentativa perfino sulla copertina del catalogo ufficiale di tutti i suoi prodotti e raffigurandolo anche sulle t-shirt delle hostess nelle varie fiere in cui presenziava con il proprio stand.
I problemi sono esplosi nel 2006, quando il designer dopo un anno di attesa e di solleciti ha preteso che gli fossero corrisposte tutte le royalty arretrate che, da accordi, avrebbero dovuto essere pagate ogni 3 mesi e che invece fino a quel momento non gli erano mai state corrisposte. Per far rispettare gli accordi è stato costretto a fare causa all’azienda.
2007
A giugno 2007 il Tribunale di Firenze ha condannato sia Edizioni Design Spa sia Viceversa International Ltd riconoscendo la violazione del diritto d’autore di Raffaele Iannello. Il Tribunale ha imposto alle due aziende di interrompere subito la commercializzazione del prodotto e agli ufficiali giudiziari di sequestrare tutti gli esemplari ancora in loro possesso in quanto considerati contraffazioni (sentenza).
Come riportato dalla rivista Top Legal tale provvedimento ha previsto anche l’inibitoria “cross border”, cioè con efficacia anche all’estero. Questa inibitoria transfrontaliera ha addirittura creato un precedente nella legislazione italiana poiché, tra le primissime volte in Italia, ad un prodotto di design è stata applicata la disciplina del diritto d’autore fino a quel momento applicato solo all’arte.
Il giorno dopo la pubblicazione della sentenza, l’azienda ha dichiarato fallimento (approfondimento) e pertanto non ha mai pagato al designer il cospicuo risarcimento imposto dal giudice.
2007-2014
A luglio 2007 Raffaele Iannello ha concesso la licenza di utilizzo mondiale dei suoi prodotti all’azienda americana CSB Commodities Inc., che fino a quel momento ce l’aveva avuta da Viceversa solo per il Nord America. Le vendite dei prodotti del designer sono decollate, arrivando a picchi di 50.000 pezzi all’anno e ricevendo apprezzamenti sui media di tutto il mondo.
Anche questa azienda non si è rivelata però molto onesta, pagando solo una parte delle royalty concordate. Dopo alcuni anni, estenuato dai continui rinvii dei pagamenti, Raffaele ha chiesto nuovamente ai suoi avvocati di provare a sbloccare la cosa. I proprietari di CSB Commodities, a quel punto, per evitare di essere costretti da un tribunale a pagare tutto il dovuto hanno chiuso l’azienda e ne hanno aperta un’altra con cui hanno continuato l’operato della precedente. Dopo mesi di snervanti trattative, il designer è stato costretto sotto ricatto (“o accetti la promessa che in futuro ti pagheremo e ci lasci continuare o non ti diamo nulla e per te sarà impossibile fermarci”) a stipulare un nuovo accordo di licenza con la loro nuova azienda.
Così, a settembre 2011, Raffaele Iannello ha concesso la licenza di sfruttamento dei suoi prodotti alla TKS Int’l LLC. Come era facilmente prevedibile (il lupo perde il pelo ma non il vizio, come si suol dire) i pagamenti sono continuati ad arrivare in modo parziale ed anche gli arretrati promessi non sono mai stati saldati completamente. Dopo 2 anni di rapporti molto tesi, il designer è giunto alla consapevolezza che fosse per lui impossibile continuare a lavorare in quel modo. Nel dicembre 2013 ha così deciso di interrompere ogni rapporto con l’azienda e di interfacciarsi con lei solo tramite i suoi avvocati. Non essendo riusciti neanche loro a trovare un’intesa con la controparte, ad aprile 2014 le hanno comunicato l’avvenuta cessazione del rapporto di licenza in seguito al perdurare delle numerose violazioni del contratto riscontrate. Avendo l’azienda continuato ad operare illegalmente, poco dopo sono partiti i procedimenti arbitrali previsti dal contratto di licenza in caso di contenzioso tra le parti.
2015-2018
A novembre 2015 la prima azienda (CSB Commodities Inc.) è stata condannata in primo grado in un Lodo Arbitrale Internazionale tenutosi presso il Tribunale di Roma (sentenza).
A marzo 2016 anche la seconda azienda (TKS Int’l LLC) è stata condannata in primo grado in un altro Lodo Arbitrale Internazionale tenutosi sempre presso il Tribunale di Roma (sentenza).
A dicembre 2016 la TKS Int’l LLC, che aveva presentato ricorso alla sentenza di primo grado, è stata condannata sempre dal Tribunale di Roma anche in appello (sentenza).
A luglio 2018 le sentenze italiane contro TKS Int’l LLC sono state riconosciute negli USA dal Tribunale Distrettuale Orientale di New York (sentenza).
Risultato delle sentenze
Tutte queste sentenze hanno confermato che il 18 aprile 2014 è ufficialmente terminato ogni contratto di licenza tra le parti e che di conseguenza tutti i prodotti che sono stati venduti da CSB/TKS dopo quella data sono da considerarsi contraffazioni illegali.
Secondo i verdetti dei vari Tribunali, inoltre, TKS avrebbe dovuto corrispondere a titolo di risarcimento una cifra molto alta. Purtroppo non è mai stato versato neanche un centesimo. Oltre a dover ovviamente dovuto pagare i suoi avvocati, paradossalmente il designer è stato anche costretto a dover pagare le spese spettanti alla controparte perché l’assurda legge italiana impone che i costi processuali e le tasse di registro siano sempre da pagare “in solido”, ovvero se la parte condannata a pagarle è insolvente o irraggiungibile allora è l’altra parte che deve pagarle al posto suo.
Siccome la contraffazione è spesso un reato di rilevanza penale, sono state avviate presso le autorità competenti di diversi paesi varie denunce anche verso i titolari di quei negozi che, nonostante le diffide, si ostinavano a vendere le copie contraffatte. Alcuni di questi procedimenti sono ancora in corso.
Produttori anonimi
Oltre alle battaglie con i vari licenziatari disonesti, gli sforzi di Raffaele e dei suoi avvocati internazionali si sono concentrati in questi anni anche sulla lotta alle contraffazioni prodotte in Asia da anonime aziende che hanno invaso il mercato occidentale di copie ultra-economiche, spesso anche molto pericolose per gli utenti perché realizzate con materiali scadenti e non a norma. Negli anni sono state mandate migliaia di segnalazioni e diffide (le cosiddette Cease and Desist Letter) ai vari Alibaba, Amazon, eBay e a decine di altre piattaforme internazionali che vendevano online senza autorizzazione i prodotti disegnati da Raffaele Iannello.
Altre vicende legali
Ci sono poi state anche altre vicende legali, fortunatamente tutte ormai conclusesi, che hanno riguardato le tentate cause avviate da pochi (ma molto rumorosi) consumatori che si sono sentiti offesi dall’innovativa e provocatoria forma del prodotto ideato da Raffaele Iannello.
In conclusione
Diverse centinaia di migliaia di Euro sono state spese finora dal designer per proteggere la Proprietà Intellettuale relativa ai suoi prodotti e in particolare al suo prodotto più copiato, ovvero il set di coltelli Voodoo / The Ex. Purtroppo, nonostante le varie sentenze gli abbiano sempre riconosciuto ingenti risarcimenti, per vari motivi non è mai stato possibile ottenerli. Tuttavia, nonostante tutte le difficoltà incontrate lungo il percorso, Raffaele Iannello non ha mai perso la passione per il suo lavoro e la fiducia nei clienti che apprezzano i suoi prodotti e che lo supportano acquistandoli originali.